L’Anfiteatro campano o Anfiteatro capuano è un anfiteatro di epoca romana, secondo per dimensioni soltanto al Colosseo di Roma. Parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per erigere il Castello delle Pietre della città di Capua; alcuni dei suoi busti ornamentali, utilizzati in passato come chiavi di volta per le arcate del teatro, furono posti sulla facciata del Palazzo del comune di Capua.
La struttura come tutti gli anfiteatri era a pianta ellittica e per le dimensioni contendeva il primato all’Anfiteatro Flavio di Roma con il quale condivide diverse soluzioni architettoniche, tanto da far supporre che fu utilizzato direttamente come modello per la costruzione di quest’ultimo.
All’esterno l’asse maggiore misurava 177 metri mentre l’asse minore era di 139 metri. La struttura esterna disponeva di 4 piani dall’altezza complessiva di 46 metri tutti di ordine tuscanico. I tre piani inferiori constatavano di 80 arcate ciascuna di travertino e le chiavi d’arco erano ornate con busti di divinità, sette di questi sono visibili nella facciata del Palazzo Municipale di Capua, altri sono esposti nel museo della città.
Alcuni resti sono visibili nel Museo Campano della città di Capua e nel Museo archeologico dell’antica Capua di Santa Maria Capua Vetere. Altri sono invece al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, come la Venere di Capua rinvenuta proprio nell’area in cui insiste l’anfiteatro.
In epoca romana sorgeva nelle sue vicinanze la Scuola dei Gladiatori della città di Capua, celebre per la ribellione di Spartaco.